In2TheSound, 13.08.2023, Grottaglie (Taranto), Cinzella Festival

15 anni di Geophonìe

La nostra piccola associazione compie 15 anni. Era stata costituita il 28 maggio 2007, a Taranto, fra sei soci fondatori. Nel corso del 2008 iniziò a progettare la sua iniziale attività, ma solo nel 2009, concludendo la realizzazione del proprio sito web, inaugurò quella che è poi divenuta la sua sede virtuale, il suo luogo-contenitore.

Il numero dei soci nell’arco di questi quindici anni trascorsi, è oscillato tra i sei e i dodici: l’idea originaria era quella del “consorzio tra autori”, dell’associazione costituita per avvalersi di servizi comuni e gestire direttamente, come un editore, i propri lavori creativi, ma era anche quella di sviluppare un progetto di conservazione, catalogazione, custodia di materiali audio amatoriali.

Negli anni successivi alla sua costituzione, Geophonìe in realtà si è poi  rivelata, almeno sinora, più funzionale ad  accumulare preferibilmente tipologie di materiali diversi rispetto ai live audio: recensioni, stampa d’archivio, riflessioni, reportage fotografici amatoriali o professionali, narrativa e storie private, per lo più correlate all’arte e alla musica, ma non solo. Le collezioni fotografiche, soprattutto, hanno preso il sopravvento tra i vari reperti, ma anche le storie personali, storie brevi, pensieri vaganti racchiusi in un post, esperimenti editoriali coltivati sulle strade della propria interiorità, pillole di vita.

La più importante acquisizione di Geophonìe certamente è stata, in questi anni, quella del collezionista Lucio Schiazza: oltre 15.000 immagini di una Taranto d’epoca ricercate e collezionate da una persona meravigliosa che partendo dai suoi ricordi di bambino ha ricostruito un luogo che dal dopoguerra non ha mai più rivisto, indagando sulle trasformazioni poi avvenute. Ha raccolto immagini di ogni tipo, alla ricerca della Taranto passata e di quella ai giorni nostri. Un lavoro sbalorditivo, un safari fotografico pazzesco, realizzato in modo amatoriale, anche con errori tipici di chi non sa, di chi non conosce la Taranto di oggi e magari conserva un ricordo pure inesatto di quella di ieri, ma che ha il pregio di essere talmente esteso da essere qualificabile come un vero e proprio “archivio”, forse unico nel suo genere. Il nostro sito non ce la farà ad esporre sul web questa mole sterminata di immagini, troppo estesa, ma la nostra Associazione la custodirà, per sempre, curando di lasciarla anche a chi ci sostituirà, quando Geophonìe dovrà prima o poi passare la mano.

Anche i nostri rari esperimenti editoriali (“80 New Sound New Wave” nel 2007; “Adrian Borland & The Sound nel 2016”) hanno rappresentato per noi un momento di grande soddisfazione e  consapevolezza per aver centrato l’obiettivo dell’avvenuto “salvataggio” di storie sociali e individuali in campo artistico, altrimenti perdute.Come pure si è rivelata salvifica la realizzazione, in campo narrativo, dell’opera letteraria di Carlo Amico (“Dolceamaro, Poesie, Raccolte e Saggi”, nel 2014), una pubblicazione che ci ha riempito di onore e gratitudine per la fiducia riposta in noi.

Le fotocronache di tanti  eventi live italiani realizzate da Giuseppe Basile, hobbystiche ma utili per valore documentale, hanno superato agli inizi di questo 2024 le duemila immagini e rappresentano una collezione che ci risulta molto viva e consultata, specie dalle band di provincia, dagli artisti “off”, quelli che nessuno si prende la briga di documentare valorizzandone il ricordo, sia degli eventi, che di quei loro percorsi umani e professionali spesso condotti con tanta caparbietà e passione su palchi di ogni tipo, anche in luoghi improbabili, ove però la magia dell’arte musicale e il brivido della performance si propagano, insinuandosi nei mecanismi emotivi di chi capisce, conosce, e sa apprezzare. Serate normali, che diventano speciali. Momenti di vera passione musicale, scevri da ogni inquinamento prodotto dalle esigenze del business e dello show biz ortodosso, momenti di pura musica e libertà.

Abbiamo poi preso in carico un altro progetto di recupero, salvataggio e custodia, legato alla Stampa d’Archivio, a tracce giornalistiche meritevoli di essere accorpate in temi specifici.

E abbiamo infine, e finalmente, forse raggiunto un primo step di un’opera ciclopica, la più complessa da condurre: quella della sistemazione e riordino dell’archivio fotografico professionale di Marcello Nitti, con l’avvio di una prima iniziale esposizione, anche in versione e-commerce, di alcuni dei suoi più recenti temi fotografici sviluppati: lavori di altissima arte fotografica e  rivoluzionaria tecnica, per cui andiamo fieri.

Si tratta di un work-in-progress ancora ai primi passi, ci impegnerà a lungo, ma che qualcuno dovrà pur realizzare, è l’opera di salvataggio e valorizzazione per noi più importante tra quelle sinora messe in campo: si spazia dai lavori di arte fotografica recenti, ed ora da noi presi in esame con precedenza su altri, a quelli di fotografia documentaristica (Musica, Street-Art  e Land) meno recenti, per i quali tutto è ancora da fare, chissà, forse nei prossimi quindici anni della nostra Associazione che qualcosa ad oggi sinora ci ha già dato e altro ancora ci darà. Ce ne vorrà, ma ce la faremo.

24.02.2024 © Geophonìe

 

I concerti del Tursport, stili di vita e società degli anni Ottanta

Rivive in un libro documentaristico l’era della musica new wave a Taranto e nella provincia italiana.

Ancora oggi, in effetti, quando un qualsiasi ragazzo vissuto a Taranto negli anni ’80 sente proferire la parola “Tursport”, automaticamente pensa ai concerti e alla musica new wave, nonostante siano trascorsi oltre vent’anni. E la sera dei Simple Minds se la ricordano tutti.

Corriere del Giorno
03.07.2007

Lo hanno intitolato semplicemente: “80, New Sound, New Wave”, ma il sottotitolo rivela propositi sociologici e voglia di revival: “Vita, musica ed eventi nella provincia italiana degli anni ’80”.

L’idea è stata coltivata per anni da Giuseppe Basile, tarantino trapiantato ormai da vent’anni in Emilia Romagna, avvocato e cultore di rock e sociologia musicale. Ha raccolto fotografie, registrazioni, filmati e interviste rievocativi di una stagione che proprio a Taranto aveva prodotto dei frutti inattesi, ma che poi venne archiviata in fretta.

“Noi non abbiamo mai avuto una cultura della conservazione dei nostri ricordi”, dice l’avv. Basile, “anzi, spesso tendiamo a sminuire e svalutare anche le cose belle che tante volte realizziamo. Dal 1982 al 1987 il Tursport di Taranto fu un luogo di autentica cultura e promozione musicale come Taranto non aveva mai avuto e una stagione così non si è più ripetuta”.

Il volume si incentra infatti sulle storia legate ai concerti che si tennero in quegli anni al Tursport, alcuni dei quali sono rimasti nella memoria collettiva come eventi mitici, rappresentativi di un’epoca, della giovinezza, di atmosfere sociali e locali. A distanza di 25 anni, negli ambienti degli appassionati di musica e non solo, si parla ancora del passaggio da Taranto anche le cose belle dei Simple Minds, degli Ultravox, dei New Order, di Siouxsie, e sono in molti quelli che nel libro rievocano episodi, storie e testimonianze di quella permanenza.

“Fu un momento particolarmente felice per la musica a Taranto” – dice Marcello Nitti, promoter di quei concerti al Tursport e oggi coautore del libro – “perché si riuscì a trarre vantaggio dalla necessità che alcune piccole agenzie musicali emergenti manifestavano in quegli anni: c’era una nuova scena musicale da promuovere e da lanciare, e i promoter andavano alla ricerca di un nuovo pubblico, ma anche di nuovi spazi, specie in provincia”.

7 Luglio 1983. I Simple Minds. Apoteosi new wave nella Taranto degli anni ’80.
C’era il mondo quella sera al Tursport. E i nostri musicisti di allora, veri o presunti, erano tutti lì, sotto il palco, a respirare l’aria magica di quella nuova scena artistica. Oggi molti di loro non suonano più, eppure durante gli anni ’80 era frequente incontrarli nei club locali, nei pub, nelle rassegne estive, ai concerti di “Taranto e il Mare” della Villa Peripato, o in giro per l’Italia. Parliamo dei Panama Studios, dei Central Unit, dei Vena, Koramina, Garden Sinclair, Haver Macht.
C’è chi ricorda i Lilith, o The Act, c’è chi favoleggia sui loro raduni al Teatro Verdi di via Pupino, all’Arena Artiglieria, o addirittura a Pordenone per un meeting
punk-new wave tra le band locali di Taranto e del Friuli. Altri tempi. Sembra passato un secolo, eppure per qualcuno sembra ieri.

La musica di quegli anni è stata raccontata dai protagonisti della scena locale jonica con una tale intensità da farne rievocare quasi il profumo: segno, questo, dimostrativo di una passione autentica. Ancora oggi, in effetti, quando un qualsiasi ragazzo vissuto a Taranto negli anni ’80 sente proferire la parola “Tursport”, automaticamente pensa ai concerti e alla musica new wave, nonostante siano trascorsi oltre vent’anni. E la sera dei Simple Minds se la ricordano tutti: persino chi non lì riuscì a vedere: ci fu chi non fece in tempo a guadagnare l’ingresso, chi restò fuori dai cancelli del palazzetto di San Vito, stracolmo e avvolto da un caldo torrido di quelli che non dimentichi più. Quella musica ha imperversato a Taranto sino ad oggi, sulle spiagge, nelle discoteche: un tormentone.

Jim Kerr, il leader della band, era giovanissimo. I ragazzi del Tursport si contesero i suoi autografi, lo travolsero di affetto e passione, c’è chi narra persino di qualche prosperosa groupie locale che riuscì a intrufolarsi nei camerini, ma il vero colpo lo fece Claudio Frascella, giornalista navigato negli ambienti musicali
e oggi direttore di Publiradio. Sequestrò la macchina fotografica a Marcello Nitti, anch’egli giovanissimo e timoroso di osare troppo, la puntò contro Jim Kerr, gli mise il “Corriere del Giorno” in mano e scattò la foto che ha fatto epoca. “La macchina fotografica e la pellicola sono di Marcello, ma lo scatto è il mio. Pretendo che lo si dica!” , dice oggi Frascella.

Quella sera al Tursport i ragazzi di Taranto assistettero un evento che sprigionava ottimismo nel futuro, slanci sociali e propositi di riscatto. Sembrava
che una nuova città fosse pronta a decollare, una Taranto moderna, con la voglia di diventare grande, capace di realizzare grandi eventi, musicali,
artistici, ma non solo. Fu una sensazione che si perpetuò ancora per qualche tempo, anche quando nell’anno successivo vedemmo arrivare gli Ultravox sempre al Tursport. Titoli a tutta pagina, interviste, grandi Mercedes innanzi all’Hotel Delfino e una folla da stadio ad attenderli. Taranto fu la sede prescelta
dai manager come prima data di una tournee europea che poi consacrò la band ai vertici internazionali.

Quando però la loro musica si consolidò e si affermò sui mercati internazionali la new wave ormai era divenuta un fenomeno commerciale di largo consumo e non c’era più bisogno di una “provincia sperimentale”, di banchi di prova e ribalte di periferia (quali erano quelle che i manager dell’epoca ricercavano, anche dalle nostre parti). La new wave aveva ormai superato, e brillantemente, la prova del fuoco, quella degli esordi nei piccoli centri e tornò nei binari più
collaudati e confortevoli delle grandi aree metropolitane. Non c’era più bisogno di arrivare sino a Taranto per promuovere certi artisti. Ormai la new wave si vendeva da sola. E in quel momento anche i nostri sogni di gloria si mostrarono per ciò che realmente erano, effimere speranze di una città alla ricerca di nuovi orizzonti.

“Oggi le agenzie non rispondono più neppure alle E Mail che inviamo”, dice Marcello Nitti, che saltuariamente ancora ci prova a realizzare eventi musicali dalle nostre parti (ultimo è stato quello dei Tuxedomoon lo scorso anno al Palamazzola). Ma va anche detto che se da una parte manca una certa  disponibilità dei grandi promoters, dall’altra vi è anche una città in cui le persone come Rocco Ture sono sempre più rare. Se il Tursport rappresentò
un centro di aggregazione musicale (oltre che sportivo) lo si doveva anche a una lungimiranza e disponibilità al rischio tipica di personaggi che sapevano osare, qualità che oggigiorno, in tempi di dissesto, emergono con fatica e difficoltà.

 

Ottanta, voglia di new wave …

Corriere del Giorno
08.09.2007
Peppe Basile e Marcello Nitti domenica 9 alle 18,30 al Tursport.
Nel loro libro gli anni storici per la musica a Taranto. Vita, musica eventi della nostra provincia. Raccontati da un appassionato spettatore di quei tempi, oggi titolare di un affermato studio legale a Modena, e da un operatore culturale, all’epoca collaboratore del ‘Corriere?. I blitz, gli scoop, le foto rubate da Claudio Frascella, Daniela Pinna su assist dell’insostituibile icona del complesso sportivo e turistico di San Vito. Altri tempi, da Francobandiera ad Anzoino.

7 luglio 1983, i Simple Minds, titolo a tutta pagina per un articolo scritto a quattro mani da Claudio Frascella e Marcello Nitti. Quella stessa copia che Frascella passò per un attimo a Jim Kerr, leader della formazione scozzese, per immortalarlo con la macchina fotografica di Nitti. E’ uno degli episodi del libro “80 New Sound, New Wave – Vita, musica ed eventi nella provincia italiana degli anni 80″ scritto da Giuseppe Basile e Marcello Nitti. Il primo, avvocato trapiantato a Modena, con una passione sfrenata per la musica e i ricordi; il secondo, operatore culturale e musicale, collaboratore per anni del ‘Corriere” proprio negli anni descritti nel libro che i due autori presenteranno domenica 9 settembre alle 18.30 al Tursport. E dove sennò.

Quegli ’80 al Corriere diretto da Riccardo Catacchio erano i tempi di un serrato gioco di squadra. Pomeriggio al Tursport di San Vito, incontro con gli artisti e poi di corsa in redazione, perchè i lettori del nostro giornale leggessero all’indomani l’intervista esclusiva rilasciata dagli artisti che facevano tappa a Taranto.

Nitti era la rappresentazione del detto “dal produttore al consumatore”. Marcello, professione disc-jockey, prima a Radio Taranto, poi al Tursport. Nel popolare complesso sportivo e turistico Marcello  si muoveva come fosse casa sua. Per qualsiasi cosa organizzasse, godeva della cieca fiducia di Rocco Ture, il patron dello scenario nel quale si svolgevano gli eventi. Ture confessava la sua ingenuità in fatto di artisti inglesi o giù di lì. Marcello non tradiva le aspettative: la struttura di S.Vito faceva ‘sold out’ di eventi e di artisti internazionali: Simple Minds, appunto,  Siouxsie & The Banshees, Ultravox, Sound, Cult e tanti altri. Pienone, cinture di auto  dalla provincia, da Bari, Brindisi, Matera, Potenza, Cosenza, Campobasso. Non si contavano gli appassionati di rock che arrivavano dal giorno prima nella periferia della città.

Altri tempi, quelli che, si diceva, con pazienza certosina ha messo in fila Peppe Basile con l’ausilio di Nitti, memoria storica di una “new wave” soffiata a Bari. Altri tempi, appunto. Le pagine del Corriere, fra Concerti sull’erba di “italsiderina” memoria, e nottate al Tursport al suono di “New Gold Dream” e “Vienna”, “Kaleidoscope” e “Love”, erano strapiene di eventi. Oggi riflettiamo di cosa fosse inconsapevole protagonista la nostra città. Un periodo brillante mai più ripetuto. Basti pensare come quest’anno al pari di altri anni aridi, la città sia rimasta a secco di concerti.

Di quella redazione, guidata da Antonio Bignardi, oggi direttore del Televideo Rai (già vicedirettore del TG2 Rai), facevano parte oltre ai già menzionati Nitti e Frascella, anche Massimo Martellotta, il compianto Piero Bruno, Valerio Dehò, Alfonso Pozzi, Josè Minervini, Daniela Pinna, il fotografo Carmine La Fratta. Pinna, per esempio, curò l’intervista a Siouxsie, Nitt a Sound e Cult, Frascella a Simple Minds e Ultravos. Gioco di squadra, si diceva.

Il giorno dopo l’evento, le locandine esposte nelle edicole, in prima pagina lo strillo dello scoop. Nulla sfuggiva, dalla cultura agli spettacoli, dal teatro alla musica, proseguendo nelle sale cinematografiche (tante all’epoca). Poi sono finiti gli eventi, le sale cinematografiche, le arene, i teatri hanno tirato giù la saracinesca, gli spettacoli a Taranto sono diventati routine. Poca cosa rispetto a quella new wave culturale, dai Peppino Francobandiera (Concerti sull’erba, rassegne cinematografiche d’essai per l’Italsider) ai Tommaso Anzoino (Taranto e il Mare per il Comune) tanto che rileggerla oggi fa una certa nostalgia.

Di quell’epoca resteranno i ricordi, ieri scolpiti nella memoria degli ex ragazzi, oggi sostanziati da un libro e decine di foto. A cominciare da quella con copia del Corriere autenticata da Kerr, che fa bella mostra sulla copertina del libro, di un titolo che da solo racconta la storia musicale attraversata in quegli anni da Taranto: 7 luglio 1983, i Simple Minds.

 

The Who (Firenze, 17.06.2023, Firenze Rocks, Parco Cascine)