Ecco il rock da corrida. Da Londra, però, giungono notizie di un certo disimpegno.
Eccolo in vetrina, «Torment and Toreros», opera sublime di Marc Almond o Marc and the Mambas. Per la verità, stando alle ultime notizie che giungono da Londra, i Soft Cell hanno cessato di esistere e così pure (forse) Marc and the Mambas.
Ma, senza nulla togliere alla ufficialità delle cose, torniamo a parlare di questo doppio album che era stato preceduto dall’ Lp «Black heart» e che ci propone un lavoro concept (a tema unico) esclusivamente basato sui costumi e sul folklore spagnolo.
Voglio subito dire che l’album è da non perdere e che appartiene a un Marc Almond al massimo della sua genialità compositiva.
Lui, che è nato nella pallida Inghilterra, ha saputo schiacciare perfettamente nei solchi di «Torment and Toreros» tutto il profumo dell’anima spagnola, grazie a composizioni attraversate da calde passionalità e amori incontrollabili che ci trasportano sulla sabbia dell’arena o nelle fragranti taverne spagnole lungo la costa. L’album contiene anche un remake di «The bulls” (i tori), amatissima composizione di Jacques Brel, e una miscellanea con «Narcissus, Gloomy Sunday e Vision», una composizione di Peter Hammill (vi ricordate dei Van der Graf Generator?).
Marc Almond si fa aiutare dai Mambas, abbiamo detto, e i Mambas sono: Annie Hogan a piano e voce, Steve Sherlock al sax e al flauto, Lee Jenkinson alla chitarra, al basso e alla batteria, più le «The Venomettes» che prevalentemente suonano gli archi di accompagnamento e Matt Johnson (alias The The) alla chitarra.
Volete conoscere qualche sensazione che suscita l’album? Cascate di colori, di umori, di serenità…
Marcello Nitti © Geophonìe