Associates dissociati (per quanto?)
Compagni di etichetta dei Cure, gli “Associates” pubblicarono nel 1980 “The Affectionate Punch”, che nonostante fosse un lavoro molto nuovo, passò inosservato, tanto che il duo Mckenzie-Rankine dovette insistere con coraggio anche perché la casa discografica non gli diede più fiducia.
Ed è così che sfornarono una serie di singoli di notevole bellezza. La raccolta che ne nacque fu un album dal titolo “Fourth deawing down”.
Una musica che ricorda drammi da palcoscenico, con una straordinaria voce di Billy McKenzie, capace di alzarsi e farci scendere a suo piacimento, e l’innesto del fatto elettronico mai fine a se stesso.
Tuttavia la loro affermazione è arrivata con la pubblicazione del singolo “Party Fears Two”, un qualcosa di inaudito, un pezzo di rara bellezza, corale e trascinante. L’album che lo ha seguito subito dopo, “Sulk”, ha confermato lo stato di grazia degli “Associates” i quali caparbiamente si sono riproposti al pubblico inglese che, solo, ha avuto finora il piacere di ascoltarli dal vivo.
Frattanto, sulla scia del loro attuale successo, la “Wea” pubblica il primo album, completamente “rimixato” in modo da rendere attualizzato il suono “Associates”.
Anche per questo motivo la pubblicazione del quarto album del duo ha subìto un rinvio, mentre, sorprendendoci, Billy McKenzie pubblica un nuovo singolo con musica di “Orbidoig” dal titolo “Ice Cream Factory”. Un lavoro impressionante, dove la voce di Billy non si smentisce in creatività e sicurezza.
Rankine invece collabora con un gruppo inglese a livello di produzione, in attesa che giunga il momento adatto per pubblicare il nuovo album come “Associates”.
Marcello Nitti ©Geophonìe