Li abbiamo incontrati e intervistati. Al Tursport il concerto
Ieri era “day off”, giorno che precede l’avvio dell’European Tour e ultime ventiquattro ore di relax, prima di farsi inghiottire, come da prassi, da fotografi e giornalisti. Questo in teoria. Chris Cross, Warren Cann e Billy Currie (Midge Ure non c’è ancora, poi sapremo perché) sono dei veri gentlemen: si concedono a patto che La Fratta posi la sua macchina fotografica. Stasera Carmine-Clic si rifarà. Gli Ultravox tengono molto al look e il fatto che stiano nella hall in costume da bagno, dopo aver fatto il bagno in piscina, crea loro qualche problema. L’immagine è salva.
Sono stati fino a qualche minuto prima con un bel po’ di fans. Con loro hanno fatto due chiacchiere come se fossero veri amici: una grande disponibilità.
Currie ha un bel paio di Ray-Ban (l’ultimo tipo), sale un attimo in camera per scendere un paio di minuti più tardi. Sediamo sul comodo divano di fronte al bar. Con noi Chris Cross, Warren Cann e il ritardatario Billy Currie. Manca Midge Ure.
-Come siete arrivati a Taranto?
“Ognuno per i fatti suoi” – dicono, passandosi la parola – Warren e Billy in aereo da Londra passando per Roma e atterrando definitivamente a Brindisi. Lì qualcuno ad aspettarli e ad accompagnarli a Taranto, in albergo. “Io – dice Cross – sono andato prima in Germania, ho noleggiato un paio di Mercedes, con le quali viaggeremo per tutto il Tour, e poi di corsa a Taranto”.
-Midge non c’è. Doveva essere con voi già venerdì sera …
“Lui è un romanticone. Arriva in treno con l’Orient Express. Sta facendo la luna di miele …”
-Abbiamo dato uno sguardo allo stage: non siete solo in quattro in pedana.
E’ vero. Ci sono due, non sappiamo come li chiamate voi, “extramusician”, cioè due nostri collaboratori, un tastierista e un vocalista”.
-Chi parla di “Lament” ?
“E’ il disco del cambiamento” – attacca Currie seguito a ruota da Cross – “un lavoro di ricerca tecnologica, ma anche un modo diverso di lavorare: semplicità innanzitutto. Invece di stare due-tre mesi in studio, abbiamo deciso di lavorare a singoli progetti e poi ritrovarci insieme a discutere fino ad avere materiale per l’album. Pensate che ne è venuto fuori quasi un lavoro in diretta. “Lament” diciamo che oggi rispetta tutto quanto sono gli Ultravox. Lo spettacolo rispetta più o meno le stesse idee. Ci sono grandi effetti, luci bianche. Tutto studiato nei minimi particolari come è nel nostro stile, “cover” compresa. Ci conoscono come pignoli”.
-Come siete nel privato, ammesso che abbiate tempo libero?
“Piace viaggiare” – dice Chris – “nonostante si facciano tour, Midge è come noi. E’ scozzese e ama la vita all’aria aperta, senza grandi eccessi”.
-Vi infastidisce il termine “video-band”?
Quando ci dicono che siamo dei buoni musicisti e che oltre questo siamo anche ottimi sceneggiatori e registi di video, ci fa piacere. I nostri video li giriamo con Russel Marcuy, che insieme con Bob Giraldi è tra i migliori registi. Alcune produzioni sono nostre, dall’inizio alla fine. Abbiamo per primi ribaltato il concetto immagine-musica. Mentre la musica è stata sempre “sound track” (traccia sonora), per noi il video è “movie track” (traccia di immagini), le immagini di funzione del prodotto musicale. Ora è diventata la mania di tutti i gruppi, ma i primi siamo stati noi”.
-Gli ideatori del video?
“Io e Ure” – dice Cross – per il disco è un lavoro d’equipe. Tutti elaboriamo le idee degli altri. Non è vero ad esempio quanto dicono i giornali musicali, che noi litighiamo, che Ure lascia il gruppo o cose del genere. C’è una grande armonia tra noi. Poi Midge non si sente, tantomeno vuol considerarsi, leader”.
-Siete videocopiatissimi …
“Forse “One Small day”. Siamo legati a quel lavoro. Lo abbiamo realizzato sulle scogliere del Nord Inghilterra, tentando di dare al filmato tridimensionalità. A proposito di “Dancing with tears in my eyes” c’è l’interessante proposta di portarlo nelle scuole, farlo vedere ai bimbi per il delicato tema che tratta: cosa accadrebbe in caso di conflitto nucleare. Qui visualizziamo una situazione, al contrario di un pezzo esclusivamente musicale. Abbiamo realizzato il terzo video, “Lament”, il titolo del disco da cu è tratto. Oggi lo danno in TV (s’informano sul titolo del programma e poi ce lo ripetono: “Discoring”)”.
-Ce lo visualizzate un attimo?
“E’ basato sulla realtà: andiamo in giro con le nostre donne, saliamo su un pulmino: tutti via, tranne Midge che resta con la sua donna. Ti ho detto, è il romanticone del gruppo”.
-Parliamo dell’European Tour …
“Nove date in Italia. Questo significa, a conti fatti, rinunciare a notevoli guadagni. Avremmo potuto fare tre grossi concerti nei maggiori centri e poi voltare pagina, invece così abbiamo evitato a molti ragazzi di fare un po’ di strada. E’ la filosofia dell’ultimo tour inglese. Abbiamo fatto concerti in centri non molto grandi, restando nello stesso luogo alcuni giorni, due, tre, anche quattro, suonando in teatri non molto grandi, ma dando a tutti la possibilità di vederci, di ascoltarci. Dopo l’Italia, andiamo in Belgio, Olanda, Germania, Svezia, e Danimarca”.
-Poi?
“A ottobre a Londra alla “Wembley Arena” un “charity concert” (concerto di beneficienza) con Spandau, Duran, Simple e altri: otto-nove gruppi, per tante ore di musica. I biglietti costeranno tanto, ma nessuno prenderà una sterlina. Per queste iniziative siamo sempre disponibili”.
Una band di gentiluomini, come dicevamo. Tutti per bene. Sono un po’ il contrario di come una certa stampa dipinge le rockstar. Non sono Kean, genio e sregolatezza. Sono intellettuali e composti. Ognuno di loro ha interessi differenti e ciascuno dà una mano all’altro. Molto uniti, molto amici, hanno feeling.
Claudio Frascella © Corriere del Giorno 2.9.1984