In viaggio con Bruce.

Bruce Geduldig © Photo Jan De Block
La distanza non fa la differenza, il percorso invece attrae e incanta gli occhi del bambino.
Quanto può essere immortale il tempo? L’arte prova ad essere immortale nel tempo, e in questo luogo ricolmo di bollente sostanza il cammino si fa esplorazione.
E’ sempre l’incanto che conduce la danza e ben si abbinava a Bruce Geduldig, che magistralmente creava sogni da luci intramontabili.
Nell’angolo dell’attesa accade ciò che può scuotere un’anima in costante ricerca di appagamento.
“Mamma, quando sarò grande potrò diventare una tigre?” Un interrogativo da persona del 2356, mentre risolve la propria esistenza con una trasformazione in altro: invece è di un bambino, che ha già capito dove porta la direzione intrapresa.
Bruce Geduldig, americano, viso da ritratto marmoreo e sguardo sottile come una piuma, riusciva a dar vita e sostegno al grande mistero, quel mistero che inseguiamo con la speranza di riuscire a viverlo.

L’emozione!
Bruce Geduldig incontra in California degli amici con i quali può realizzare e rappresentare le sue migliori attitudini. Incontra i Tuxedomoon, band della Bay Area, San Francisco per intenderci, dove i primi germogli fiorirono nel 1977 per giungere poi al 1979, quando finalmente loro si uniscono con Bruce per diventare la formazione più completa e più vicina a una creatura definitiva.
Bruce da visionario, e da vedente in formato collage, assembla in immagini delle scene perfette con l’aiuto di torce, lampade, video, griglie e fondali dove impressionare le sue verità, con una maestria senza pause a incorniciare in concerto la musica dei Tuxedomoon.
Il tutto prende forma e gli anni ’80 divengono per i Tuxedomoon la consacrazione di una band che raggiunge emotivamente un pubblico fra sogno e poesia.
Artista silenzioso e gentile, dava luce e corpo alle emozioni più profonde che la musica dei Tuxedomoon maturava passo dopo passo. Il suo lavoro era ginnico e sinuoso, ondeggiava e arpeggiava dietro i musicisti per creare sulla bianca tela dello schermo le sue opinioni visive di immagini e sequenze.
Il contributo di Bruce Geduldig era proiezione in nuovi luoghi da ammirare che io definirei opere in movimento.
Per Bruce il movimento era naturale, come se un’idea avesse una sua naturale elasticità per raggiungere orizzonti diversi ove contemplare l’incontro con i nostri desideri.
Bruce ci ha lasciati nel Marzo del 2016 nella sua California, e sempre presenti sono per noi i ricordi delle sue danze di luce, che in quei momenti, trasportavano lontano i nostri pensieri bisognosi di energia.
Marcello Nitti
© Geophonìe
Pinhdar
Ode all’essere.
I Pinhdar, da Milano, tornano con un nuovo album nel 2024 e rilasciano al pubblico ben tre singoli prima dell’uscita dell’album “A sparkle on the dark water”.
L’avventura degli italianissimi Pinhdar sorvola il territorio enigmatico dell’essere creando con il loro sound uno strato sottile, lucente e resistente da cui ammirare la bellezza umana e difenderla.
La musicalità di Cecilia (voce) e di Max (strumenti) confina con delicatezza verso dolore e rinascita, e il percorso diventa avvincente perché conduce con partecipazione alla rinascita, superando gli inevitabili ostacoli.
Inizierei a parlare del loro secondo singolo ( “Little Light“ ) pubblicato il 23 Febbraio del 2024, realizzato in video con un gruppo di talentuosi artisti che accompagnano il viaggiatore in un avvitamento sensuale grazie a un gruppo di danzatori. Bellissimo incontro fra la chitarra di Max e le tastiere che salgono di vigore e di passione. La voce di Cecilia, eterea e trasparente, indica ad occhi chiusi una nuova visione a cui affidarsi, ove ritrovare la giusta direzione. L’incedere della chitarra di Max avviluppata alle tastiere è davvero avvincente, ricorda da molto vicino le piano sequenze da colonna sonora.
Un gran bel brano e un gran bel video.
Il primo singolo ( “Humans” ) pubblicato il 19 Gennaio 2024, viene realizzato in video da una coppia di danzatori con l’aiuto della visual artist Telavaya Reynolds, in un bianco/nero che enfatizza il sound confidando in un passo certo e costante. Il tutto arriva in un finale struggente e di commovente nostalgia. La voce di Cecilia ancora una volta accondiscendente al ricamo sonoro di Max segue con pause e sussurri le evoluzioni delle due anime danzanti.
Con tenacia e ardore il destino sarà liberatorio. Un brano che pulsa di linfa celeste.
Il terzo singolo ( “Frozen Roses” ), del 15 Marzo 2024 diretto ed animato da Marco Molinelli, acconsente a un ritmo trip hop elegantissimo che ti abbandona a sogni di grande speranza. Le scene si avvicinano alle fotografie di Richard Tuschman, dove il solo pensarlo aiuta a visitare nei nostri ricordi i momenti più segreti. Rose ghiacciate e intimi pensieri, insieme a scoprire in chiaro la nuova direzione.
Come scrive Michael Azzerad, “ la nostra band potrebbe essere la tua vita” , si possono trovare analogie di sentimenti e di passione nella musica che per caso ascolti mentre una stazione radio la emette da un negozio di fiori. “ A sparkle on the dark water “ potrebbe essere un riflesso che proviene dalla solita fontana che si affianca durante il solito cammino pomeridiano. Quel bagliore illumina un nostro momento poco chiaro ed ecco che fermarsi per valutare dove siamo può solo far bene.
L’intero lavoro dei Pinhdar rovista nella pura essenza della vita tirandoci per la giacca ad ascoltare e a cogliere i semi della bellezza dimenticati.
Guarda i video su youtube:
Frosen Roses
Little Light
Humans
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Marcello Nitti © Geophonìe
9 Aprile 2024
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