E’ stato finalmente pubblicato il romanzo di Giuseppe Basile, fondatore della nostra associazione Geophonìe, redattore e autore: s’intitola “La compagnia dei pensieri”, suo esordio nella pura narrativa.

“E’ giunto il momento di annunciarlo” –  ha scritto su Facebook :  “dopo tanti ripensamenti, attese, correzioni, letture e riletture, è stato pubblicato da Artestampa Edizioni di Modena, romanzo in nove racconti. I due saggi di critica musicale da me pubblicati (nel 2007 e nel 2016) mi avevano distolto e allontanato dalla scrittura di queste storie a cui già mi dedicavo anni prima, tralasciate e riprese più volte, ma che mi erano sempre rimaste in mente. E alla fine, il loro tempo è arrivato”.

Artestampa lo ha presentato mercoledì 3 luglio alle ore 18.30 a Modena, nel teatro retrostante il cortile del Tempio, in Viale Dei Caduti In Guerra.
“La Compagnia Dei Pensieri è una storia di storie che in questi anni si sono tra loro intrecciate e confuse, storie comuni e speciali di vita emiliana, di luoghi mutevoli, e di persone in transito” – ha spiegato Giuseppe.
La presentazione, condotta da Serena Arbizzi, nota giornalista della Gazzetta di Reggio, ha fatto registrare un notevole afflusso di pubblico.
Nella stessa giornata il giornalista Francesco Natale del quotidiano Notizie di Carpi (https://www.notiziecarpi.it/2024/07/02/intervista-giuseppe-basile/), visti i contenuti e l’ambientazione del romanzo,  ha voluto dedicarvi un approfondimento con una breve intervista all’autore.  “Il romanzo esplora il tema dello smarrimento e della ricerca di un equilibrio tra passato e futuro: il volume offre una prospettiva affascinante sulla complessità dell’esistenza umana e sulle sfumature dell’identità” – scrive Francesco Natale.

Serena Arbizzi e Giuseppe Basile, 03.07.2024, Modena, Teatro Tempio

 

Il protagonista de “La compagnia dei pensieri” è Arturo, un avvocato, proprio come te. Perché hai voluto che il protagonista svolgesse la tua stessa professione? 

Perché il libro è composto da nove racconti, alcuni dei quali sono in parte autobiografici. Sapevo che questa scelta mi avrebbe “esposto”, ma in fondo quando si decide di scrivere un libro di narrativa è normale che chi conosce l’autore riesca a cogliere riferimenti legati alla sua vita, al suo contesto e alle sue esperienze. Non è un problema, è un effetto limitato che il libro produce nella cerchia dei conoscenti, ma il lettore anonimo e disinteressato ai tratti più personali dell’autore non subisce questo condizionamento nell’interpretazione dei fatti, mancandogli una conoscenza pregressa con il soggetto narrante. Ciò che conta, secondo me, è che il lettore possa riconoscersi, ritrovarsi nei contenuti che l’autore vorrebbe trasmettere.

 

Anche lo sfondo è un posto a te noto: Modena…

Il libro è ambientato a Modena, ma anche molto a Bologna, è un libro descrittivo di atmosfere emiliane, di stili di vita e rapporti umani che caratterizzano questi luoghi in cui vivo dal 1986. Sono profondamente legato a questo territorio, me ne innamorai perdutamente quando ero a Bologna all’università negli anni 80, furono anni di formazione per me che hanno inciso in modo determinante sulle mie scelte di vita, e direi proprio sul mio essere, sulla mia essenza di persona. Adoro i pioppi, i silenzi padani, gli spazi verdi, anche la nebbia, l’odore della terra afosa. L’Emilia è il mio posto.

Veniamo al titolo. In una società che vive a ritmi sempre più frenetici, abbiamo ancora il tempo di pensare?

Abbiamo sempre il tempo di pensare, perchè i pensieri sono l’unica cosa che non ci abbandona mai. Anzi, proprio perchè la vita è sempre più performante, frenetica, complessa, i pensieri sono il nostro rifugio parallelo, sono un mondo, fatto di ricordi, elaborazioni, distrazioni, fantasie. Viviamo la realtà complessa che ci circonda lasciandoci accompagnare dai pensieri che segretamente coltiviamo nella nostra interiorità. Viviamo in due mondi contemporaneamente, quello reale e tangibile, e quello interiore che è astratto, immaginifico, ma che contiene una parte importantissima di noi.

 

Il naufragare nei pensieri può essere pericoloso?

Il naufragare nei pensieri può essere pericoloso, certo.
Naufragare è un’esperienza innegabilmente grave. Ma crogiolarsi nei pensieri, coltivarli, alimentarli in modo sano e non morboso è un’esperienza salvifica, è un momento creativo. I pensieri sono una ricchezza, bisogna proteggerli, custodirli, talvolta esporli, senza lasciarsi risucchiare nel mondo della surrealtà, tutto proprio, quello che ci fa perdere i legami col reale.

Nel corso della presentazione si sono discussi i temi centrali dell’opera narrativa di Giuseppe Basile che efficacemente descrive l’Emilia-Romagna di oggi, “sempre più popolata da un’umanità in transito, sfuggente e ondivaga, sospesa in un pendolarismo tra luoghi e affetti, passato e presente, stili di vita e storie personali che si snodano in questa nuova strana Italia della flessibilità, ove tutto sembra normale, e in cui ti fanno credere che viaggiare per lavoro ogni giorno, trasferirsi da una città all’altra, sia un segno evoluto dei tempi, anzichè una disgrazia familiare”.

“La compagnia dei pensieri” è la fotografia di una Modena “vista dagli altri”, ha spiegato l’autore, una storia di vita emiliana, tra Modena, Bologna e i grandi spazi della pianura padana, i pioppi, il Po e i suoi colori, luoghi che fanno da sfondo al “divenire” delle umane esperienze che i nove racconti esplorano ed espongono da una visuale originale e per molti aspetti inedita.

Il libro è reperibile presso la sede di Artestampa Edizioni (Via Ciro Menotti), ed on line, attraverso il sito web dell’editrice
https://www.artestampaedizioni.it/prodotto/la-compagnia-dei-pensieri/
e on line anche sui siti
www.geophonie.it
www.amazon.it