Siouxsie iera sera al Tursport di Taranto.

Daniela Pinna © Corriere Del Giorno, 21.07.1985

Una diva gotica tra sole e mare: pareva impossibile, ma è accaduto. Siouxsie Sioux, madonna nera del rock inglese, prima signora del punk, ha suonato ieri notte al Tursport in compagnia della sua storica band, i Banshees. Il  “suono oscuro” – così veniva chiamato nel suo periodo d’oro, gli ultimi anni ’70 – è stato felicemente trasportato in mezzo ai colori  (e alla calura) dell’estate tarantina.

Brani nati nel buio delle cantine o nel ritirato appartamento di Siouxsie,  “un seminterrato col pavimento in legno, senza moquette e con poca luce”, come precisava la stessa Siouxsie su Smash Hits qualche tempo fa, hanno creato strane atmosfere nella calda notte estiva. Con piena soddisfazione dei rocchettari locali, dei vacanzieri e dei romantici ribelli metropolitani senza metropoli.

Siouxsie Sioux non rappresenta l’ultima moda canora, non sbanca le classifiche mondiali, non interpreta film d’essai o di successo, ma ha un seguito  personale che non ha pari tra i musicisti della sua generazione. Scomparsi e riciclati i Jam, in inarrestabile declino i Clash, svanita Blondie insieme con i suoi amici newyorkesi, solo Siouxsie resiste sulla cresta dell’onda del dopo punk.

“Non c’è ragione sulla terra per cui questa marcia da funerale debba provocare una così veemente reazione da parte del pubblico”, scriveva qualche settimana fa Ted Muco recensendo per Melody Maker il concerto del gruppo alla St. James 15 Church di Londra. Ma era solo pudore – forse un po’ d’imbarazzo – per l’entusiasmo che traspare dal suo pezzo. “L’incorrotta regina del punk, colei che sputa rose (sic!), ha ancora una voca casta che seduce con calore e fascino: ha acuti debilitanti che impongono la resa di ogni senso”,  prosegue Mico: il quale ha certamente almeno 25 anni.

Colta, cattiva, riservata, senza amici al di fuori della band, senza fidanzato fisso: è questa l’immagine che Siouxsie Sioux ha saputo creare e conservare negli anni. Un tipo che ben si adatta all’autrice di danze macabre e cantilene blasfeme. I suoi brani più celebri, “Icon”, “Cascade”, “Mother I Promise”, parlano di esaltazione della disperazione, Amore & Morte (sempre saldamente uniti) putrezioni varie. Se assurgessero alla dignità di studi per semiologi le liriche del gruppo susciterebbero certo curiosità per il numero di insetti e parassiti che ne sono protagonisti. Stupire e far inorridire, d’altronde, era un obbligo del punk. Con i suoi modi, con i suoi vizi e anche con il suo abbigliamento Siouxsie ha comunque creato una scuola.

Gioielli di plastica, vestiti sado maso, bustini ecc. esistevano ben prima di Madonna (che semmai li ha colorati)  e Siouxsie lo dimostra. E chi non ricorda l’abbigliamento del periodo “piratesco” di Adam Ant, i primi costumi da neo-romantica gioventù degli Spandau Ballet? La signora Sioux e le sue streghe (La Banshee è la donna la cui apparizione annuncia la morte nella mitologia irlandese) sopravvivono a discepoli e imitatori. Sino a riuscire dalle loro nebbie per venire al sole di Taranto. Non resta che chiedersi con Ted Nico: “che bisogno abbiamo di eroina e morte, quando notti come queste ci fanno fare voli così elevati?”

Daniela Pinna © Corriere del Giorno
(21.07.1985)