Le idee, e le aggregazioni umane attorno ad esse, talvolta si formano e si sviluppano in modo del tutto occasionale, per puro caso o per contingenze specifiche. L’Associazione Culturale Geophonìe vide la sua genesi per far fronte a una contingenza imprevista.

Era il 2007, e già da un anno lavoravamo a un progetto editoriale volto a riesumare una storia di cultura musicale locale: dopo aver rovistato tra fotografie e cronache di stampa d’epoca che illustravano una serie di concerti rock realizzati a Taranto e in Puglia negli anni ’80, avevamo infatti deciso di utilizzare questo materiale per la realizzazione di un volume documentaristico.
Mentre il nostro lavoro di autori procedeva e prendeva forma, tuttavia, alcuni editori amici espressero delle perplessità in ordine alla possibilità di utilizzare liberamente tali reperti fotografici e di stampa. A fronte delle esitazioni manifestate dai gruppi editoriali interpellati, dovemmo convenire sulla difficoltà di pubblicare il nostro lavoro fotografico in assenza delle necessarie liberatorie previste dalla legge 633/1941 sul diritto d’autore.
Lo scopo di lucro, infatti, che caratterizza e qualifica la natura stessa dell’attività editoriale quando viene svolta in forma imprenditoriale, preclude quella “libera utilizzazione” di testi e immagini che era nelle nostre intenzioni.

Fu così che, per ovviare a questo ostacolo, ci ritrovammo a costituire un’associazione culturale senza scopo di lucro, in modo da poter attingere a patrimoni fotografici e di stampa utilizzabili in pubblicazioni caratterizzate da finalità scientifiche, didattiche, culturali.
L’Associazione, che denominammo Geophonìe, orientandola verso i nostri interessi musicali, ha raccolto, anche a seguito della nostra prima pubblicazione (“80 New Sound, New Wave”) testimonianze di gruppi di appassionati, desiderosi di raccontare storie private e di comunità ristrette.
Alle prime storie pervenute, per lo più legate alla musica e agli ambienti di provincia in cui tali piccole comunità umane erano fiorite, ne sono seguite altre, provenienti da ambienti del tutto differenti. C’è chi ha raccontato vicende belliche vissute con gruppi di militari poi rimasti in contatto, chi ha illustrato storie di comunità scolastiche, chi invece ha aperto archivi fotografici privati mostrandoci testimonianze di luoghi, stili di vita passati e rievocando culture circoscritte.
Attraverso questi contatti ci siamo accorti che un’esigenza di questa nuova società globalizzata e pluriculturale è quella di far convivere, accanto ai grandi disegni della macro-storia, storie minime che rappresentano l’identità della gente comune in un quotidiano passato o presente.

In questi anni è accaduto frequentemente che dopo l’interesse alla ricostruzione di tematiche storiche di ampio respiro, sia fiorita poi una letteratura incentrata sugli effetti e le ripercussioni che i grandi eventi hanno prodotto nella vita pubblica o privata di micro realtà sociali. Ne sono un esempio i libri di Gianpaolo Pansa sulle vittime della guerra mondiale dal versante dei vinti, o quelli sulla cultura hippie nelle realtà della provincia italiana degli anni ’60 e 70’, o ancora, quelli sulle economie rurali e locali all’alba o al tramonto di grandi scelte economiche e di pianificazione in certe aree.
Quello che ci ha colpito è stata l’esigenza di certi testimoni del tempo di affidare a una nuova editoria storie preziose e nascoste, storie private ma emblematiche, difficilmente utilizzabili da una grande editoria commerciale, ma assolutamente significative in ambiti culturali più ristretti.
Abbiamo allora pensato che le culture di tante micro realtà e di tante comunità umane circoscritte potrebbero oggi, grazie a iniziative editoriali sostenibili, trovare una meritata visibilità, sia attraverso pubblicazioni telematiche, sia mediante i sempre amati libri cartacei la cui produzione oggi è favorita da possibilità tecniche di minor costo.

Geophonìe, dunque, si propone per una nuova progettualità, sempre fondata su logiche associative e finalità non lucrative.