18.05.1985. Il gruppo rock inglese al palazzetto del Tursport

Stasera The Sound. Ecco il loro ultimo ellepì.

“Heads And Hearts” dovrebbe essere il disco della definitiva affermazione del gruppo inglese. Borland & soci stanno insieme da quattro anni e nonostante siano riusciti a destare l’interesse della critica e degli addetti ai lavori non hanno ancora conquistato il consenso popolare che è in definitiva la molla per fare di più col futuro lavoro.

Non è la prima volta che un gruppo inglese non riesce a vendere dischi nella propria terra: vale per tutti l’esempio dei Genesis, che all’inizio della loro carriera venivano ignorati anche dalla critica inglese mentre avevano conquistato la fiducia di quella italiana e di quella continentale e soprattutto vendevano dischi con facilità.

La tournèe  che The Sound stanno tenendo in questi  giorni in Italia potrebbe far scattare quel meccanismo sufficiente a far entrare nelle classifiche l’album “Heads And Hearts”, il primo vero a lunga durata dopo “Jepoardy” dell’80,”From The Lions’ Mouth” dell’anno dopo, “All Fall Down” dell’82 e “Shock Of Daylight”, il primo inciso per la Statik del gruppo Virgin.

“Heads And Hearts” comprende undici brani, tutti con idee abbastanza originali e con il rock a comune denominatore. L’iniziale “Whirlpool” è in un certo senso il biglietto da visita dell’album con un ritmo trascinante basato su una frase ritmica che rimane ben impressa (si badi bene che però sfiora soltanto l’orecchiabilità); la successiva  “Total recall” è invece costituita su un efficace giro di basso con chitarra acustica e tastiere che completano l’atmosfera su cui si erge la voce solista di Adrian Borland. “Under You” iniziò con un fraseggio fra il basso di Graham Bailey e la batteria di Mike Dudley in cui si inserisce anche la chitarra e ad un certo punto appare il sax dell’ospite Jan Nelson; forse un tantino anonima è “Burning part of me” pervasa dalle tastiere di Colvin Mayers e sottolineata in maniera egregia dalla voce di Borland. La facciata si chiude con “Love is not a ghost” che più di tutte le altre si avvicina al repertorio dei leggendari Doors di Jim Morrison per la sua staticità esecutiva.

Gira il disco e “Wildest dreams” si snoda su un tessuto ritmico eccezionale con la chitarra di Borland ad avventurarsi in un assolo per poi intgrarsi con il resto della strumentazione. E’ la volta di “One Thousand Reasons” che dopo un inizio decadente si snoda in un incedere epico. Davvero stimolante è “Restless Time”, uno degli episodi più effervescenti della facciata con un ritmo sostenuto fino alla fine. Più pacato è invece “Mining  For Heart” che riesce a creare un’ atmosfera ostinata (in bella evidenza il basso e il tessuto delle tastiere). “World As It Is” colpisce per il nervoso incedere rock e nella sua relativa brevità ha un sapiente punto di forza; chiude questa seconda facciata “Temperature Drop” che nel nuovo rock proposto dai quttro Sound è forse il compendio più geniale.

Dopo l’ascolto di questo disco l’attesa per il concerto tarantino del Tursport è davvero notevole e sicuramente non rimarranno delusi quanti si aspettano da questo gruppo  quegli stimoli sufficienti per continuare a sperare in un microcosmo musicale più creativo

Franco Gigante
18.05.1985, Corriere Del Giorno

 

Tempo pugliese per Psychedelic Furs

Tempo pugliese per Psychedelic Furs

Anche i Psychedelic Furs sono approdati in terra pugliese, effettuando un impeccabile concerto nel campo comunale di Triggiano (Bari).

Il gruppo dei fratelli Butler era atteso con impazienza visto il constante aumento degli affezionati del gruppo e delle critiche quasi sempre positive che la stampa mondiale ha sempre loro riservato.

Lo spettacolo è stato un compendio della loro carriera, da “Low My Way”, tratto dall’album “Forever Now” passando a “Pretty in Pink”, “Sister Europe”, “President Gas”, “Heaven”, “Imitation of Christ” e concludendo con “Into you like a Train” e “India”. In sintesi hanno eseguito sedici brani comprendendo “Angels”, un inedito, e raccogliendo consensi da parte del pubblico presente. Richard Butler era accompagnato dal fratello Tim al basso da John Ashton alla chitarra e da altri quattro amici che suonavano rispettivamente le tastiere, la batteria, la seconda chitarra e i fiati.

Un concerto di buona musica rock, dove l’attenzioe era tutta rivolta verso Richard che con la sua roca voce ha dato un timbro inconfondibile al sound dei Psychedelic Furs.

Questo tour italiano ha permesso ai P.F. di promuovere il loro ultimo album “Mirror Moves” che esce a quasi due anni di distanza dall’eccellente “Forever Now” e di farsi conoscere ad un pubblico più vasto. Dopo un attento ascolto di “Mirror Moves”, almeno due brani colpiscono per immediatezza e calore, mi riferisco a “The ghost in you” e ad “Heaven”, brani tipici dei fratelli Butler, che oramai hanno raggiunto un alto livello compositivo.

Proseguendo c’è “My Time” che racchiude atmosfere eteree, dominate da un ingresso e un tappeto di tastiere, poi ancora la dura “Heartbeat”, pubblicata in versione “extended” e che ha fatto il giro delle discoteche, forse il brano meno tipico del gruppo. Con “Alice’s House”, “Like A Stranger” e “High Wire Days”, Richard Butler canta con rauca passione e ci rimanda a quei giorni che hanno preceduto dei momenti di crisi, quei giorni che sono venuti come una fune messa lì per aiutarti a salire su per la collina ad abbracciare il sole …

Marcello Nitti © Geophonìe

10. Castello Aragonese. Era antica.

Le rimembranze di The The e la pace di Weller

Questa volta si parla di sue singoli a confronto, sempre nella versione E.P., e precisamente dei nuovi brani di Matt Johnson (alias The The),  e di Paul Weller (ex Jam) e Mick Talbot come “The Style Council”. C’è subito da dire che “This is the day” di The The e “Long Hot Summer” dei Style Council sono forse i prototipi della musica del prossimo anno.

Matt Johnson lo conosciamo bene per aver precedentemente pubblicato “Uncertain Smile” e “Perfect”, dove i suoi brani con quella melodia frastagliata e accattivante hanno subito creato uno stile inconfrontabile. Nel suo nuovo singolo “This Is The Day” Matt Johnson ci propone una pop-song dal sapore dolce e romantico. Lunghe passeggiate e momenti di riflessione: sono i ricordi che affiorano all’ascolto, e la canzone scivola via. L’incedere ovattato della batteria rende ancora più gradevole e luminoso il sound.

D’altra parte, Paul Weller e Mick Talbot hanno confezionato un E.P. (“Long Hot Summer”) che arriva diritto al cuore, bisognerebbe farlo ascoltare al tavolo “russo-americano” di Ginevra per il disarmo nucleare, sarebbe senza dubbio molto convincente. Atmosfere di pace e di benessere, i pori della pelle si aprono, sembra veramente l’estate più calda, siamo tutti innamorati.

In verità è successo tutto molto presto Paul, non credevamo che con i “Style Council” avresti sbalordito come già con i tuoi Jam (ricordi?). Adesso da te pretendiamo tutto, tu ci hai sempre viziati con il tuo buong gusto, e buona parte dei prossimi mutamenti musicali ti vedranno protagonista.

A mio parere con “Long Hot Summer” ci hai regalato qualcosa di più di una canzone.

Marcello Nitti © Geophonìe
Corriere del Giorno

19.06.1982. I New Order al Tursport

I New Order al Tursport
Sabato il concerto

Un altro spettacolare appuntamento con la musica rock al Tursport. Sabato 19 giugno saranno di scena i “New Order”  in concerto. E’ sicuramente il gruppo rock attualmente più amato e più seguito dai giovani appassionati a questo genere musicale.

I New Order possono essere meglio ricordati come “Joy Division”, era questo il nome del complesso fino a due anni fa.

Dopo i Bauhaus, i New Order sono il secondo gruppo di fama mondiale a scendere qui a Taranto. E proprio a seguito del successo musicale e di incassi riscosso in quell’occasione si prevede, con la serata di sabato 19 giugno, un secondo “pienone” nel palazzetto del  Tursport.

Anche i  New Order sono messaggeri di un tipo di rock piuttosto tagliente ma che suscita allo stesso tempo emozioni indimenticabili con una scenografia senza precedenti. Con il concerto di Taranto saranno in Italia per la prima volta. Già da numerosi centri della Puglia sono pervenute massicce prenotazioni da parte di giovani interessati ad un appuntamento musicale senza precedenti e di portata davvero mondiale. Lo spettacolo avrà inizio alle ore 22.

Marcello Nitti © Geophonìe
15.06.1982, Corriere Del Giorno