Geophonìe è un’associazione culturale no-profit, costituita nel 2007 da un gruppo di collezionisti di materiali legati al mondo della musica, cultori e appassionati. Si propone di valorizzare il collezionismo privato, di rendere fruibili e accessibili agli associati un patrimonio di tracce musicali, ricordi di eventi, stampa d’epoca, cimeli, memorabilia, gadgets, materiali audiovisivi. Gli appassionati di musica hanno conservato per decenni nelle proprie case ricordi che prima o poi verranno perduti, o che perderanno di valore e importanza se non saranno ben custoditi, curati e capiti da chi si ritroverà a maneggiarli. Questo materiale ha solo un valore affettivo ed è privo di valore economico. Le rarità discografiche, infatti, sono quotate da riviste specializzate ed esperti del settore, ma ciò avviene per lo più nell’ambito delle discografie ufficiali. Il mondo delle registrazioni audio private, invece, è privo di valore economico ed è alimentato da appassionati che conservano tali reperti per uso privato e puramente documentaristico. L’associazione si è costituita per poter riconoscere il giusto valore a certi ricordi. Per questi materiali non c’è valore migliore da fornire ad essi se non quello di renderli disponibili, di goderne collettivamente, condividendoli con altri affezionati cultori. Si tratta di eventi che a volte sono divenuti autentiche pietre miliari della vita di ciascuno. I materiali audiovisivi amatoriali (filmati, registrazioni, fotografie), così come i materiali di stampa e illustrativi (locandine di eventi, tickets, recensioni giornalistiche) restano spesso imprigionati negli archivi privati, sugli album di fotografie, sugli hard disk dei computer domestici. Il collezionismo, talvolta, è una sorta di mania che si autoalimenta con la possessività, la gelosia, il desiderio di esclusiva. A nostro avviso questo tipo di approccio, pur tollerabile in una dimensione adolescenziale, appare invece negativo e distruttivo in una dimensione di vita da adulti. Non c’è modo migliore per far morire un oggetto, o un ricordo, che tenerlo nascosto. L’era di Internet ha alimentato questa diffidenza verso il sentimento della condivisione. Ma ormai si è compreso che, al contrario, l’opportunità di condivisione che Internet offre, è ricchezza: sia per i collezionisti che per gli oggetti collezionati. Oggi la diffusione dei prodotti è pressochè sconfinata. Una tournee di un gruppo musicale viene filmata e registrata ad ogni data, e ogni momento di un tour viene riprodotto, venduto e diffuso con tutti i supporti possibili. In passato questa possibilità di reperire sul mercato la testimonianza audio ufficiale di uno specifico concerto edito dai discografici e dagli artisti, non esisteva. Ci si affidava allora alla ricerca amatoriale, allo scambio dilettantistico e affettivo per assicurarsi una traccia rievocativa di quel dato evento. Quel nastro, mal registrato, carpito, scambiato, costituiva un trofeo e al tempo stesso l’unico ricordo di quell’evento (si pensi al passaggio di grandi e piccoli artisti in centri di provincia, occasioni più uniche che rare in realtà spesso avare di eventi e occasioni). Questi materiali, poi, solitamente, avevano la cattiva sorte di restare chiusi per anni, senza ragione, nei nostri armadi. L’attività del nostro gruppo è sorta per incentivare la documentazione di questi materiali. Senza scopo di lucro. Con amore, passione, e conoscenze. I nostri archivi verranno aggiornati periodicamente. I materiali appartengono a privati, e l’associazione neppure li detiene, ma li rende visibili e rintracciabili indicandone i possessori interessati. Costoro potranno continuare a fare ciò desiderano dei materiali stessi, potranno continuare stancamente a custodirli, o potranno trarre utilità da eventuali contatti. La nostra ambizione sarebbe quella di realizzare un grande archivio che possa costituire un valore per tutti gli interessati. Tanti piccoli archivi, invece, normalmente non producono un proprio valore specifico. Tutto ciò è stato compreso già da diversi anni, nei settori delle opere d’arte, nell’ambito dell’edilizia storica (in cui si è favorito l’associazionismo di tanti piccoli proprietari di dimore storiche, privi dei mezzi per amministrarle, gestirle e renderle economicamente produttive). Una mostra fotografica d’epoca, ad esempio, è ricchezza. Così come un archivio audiovisivo itinerante. Geophonìe si prefigge questo tipo di iniziative, ma intende valorizzare anche recensioni, riflessioni, reportage fotografici amatoriali o professionali, narrativa e storie private, per lo più correlate all’arte e alla musica. La “Grande Storia”, quella che viene raccolta e narrata nei libri, col suo fluire di eventi genera infinite “piccole storie” che connotano e rendono originale ogni singola esistenza. Ognuno di noi ne ha una da raccontare, illustrare, documentare. Nell’attuale civiltà telematica essa è l’ultimo contributo davvero inedito che possa arricchire la Storia Ufficiale di ulteriori valori, ragioni, significati. Nella giungla espressiva in cui tutto è stato detto, documentato, archiviato, riproposto, revisionato e mistificato, una lettura di certi eventi della Grande Storia attraverso la lente privata e intimistica della gente comune è forse l’ultima frontiera editoriale e narrativa possibile, alla ricerca di un’originalità naturale, del non detto e del realmente vissuto. Lo scrigno delle nostre vite private, rispetto alla Grande Storia, è una ricchezza da coltivare: conferisce centralità alla nostra esperienza. Ci rende per una volta soggetti narranti. Capovolge il rapporto tra la Storia e noi.