Il 12 giugno 2021 si è finalmente realizzata l’autentica impresa sostenuta in Olanda dagli amici Jean-Paul Van Mierlo (produttore) e Mark Waltman (regista) in Olanda, anche grazie alla casa di produzione Sounds Haarlem che ha sostenuto lo sforzo finale.
Il film documentario su Adrian Borland che vide la luce il 19 novembre 2016, quando venne selezionato e presentato per la prima volta al Festival Internazionale dei Documentari di Amsterdam (IDFA), è oggi un DVD, con sottotitoli in cinque lingue, tra cui l’italiano.
Il film, inizialmente realizzato anche grazie a un crowdfunding, sinora era stato diffuso solo nei festival internazionali. In Italia soltanto il Festival Seeyousound di Torino nel 2017, e il Cinzella Festival di Taranto nel 2018 erano riusciti a vedersi autorizzata una libera proiezione. Oggi il documentario, bellissimo, è a disposizione del pubblico, dopo tante faticose trattative e accordi.
E così può dirsi conclusa la storia voluta da Robert Borland, padre del grande autore, che sostenne il progetto di realizzazione del film e del nostro libro regalando al mondo della musica una miniera semisconosciuta di vera arte. Robert aveva lottato fino all’ultimo per arrivare alla pubblicazione su scala internazionale di questo lavoro, ed era certamente consapevole che da questa storia ne sarebbero discese, poi, tante altre.
Le ricerche fatte, l’acquisizione di materiali audiovisivi, i contatti ritrovati con un mondo artistico che sembrava dissolto, hanno consentito di scoprire, valorizzare e infine produrre brani inediti straordinari, tanto da inaugurare una terza, nuova, e sino ad oggi totalmente sconosciuta, fase creativa di Adrian Borland. In contemporanea alla pubblicazione del DVD, infatti viene dato alle stampe “Lovefield. Neon And Stone”, dodici brani mai ascoltati prima.
Questa pubblicazione è il seguito del disco “Lovefield” del 2019 e costituisce la seconda selezione di brani nata dalla collaborazione tra Adrian Borland e il musicista e cantautore franco-svizzero Mark Hunziker. I brani vennero registrati nel 1993 nell’home studio di quest’ultimo a Londra su un registratore a cassette a sei tracce, come demo per un progetto di band di breve durata denominata appunto “Lovefield”. Questa fase compositiva non era nota, il materiale prodotto non era mai stato ascoltato prima – nemmeno nel circuito dei bootlegs – ed è stato rinvenuto direttamente negli archivi di Mark Hunziker che oggi ha sede a Toronto.
Rock alternativo, cantautorale, sonorità splendide talvolta oscure e cupe, e talvolta anche molto liriche, con momenti di grande impeto e intensità.
E’ un altro tassello, dunque, di una storia artistica straordinaria che merita ancora una volta attenzione e passione e che si aggiunge alla fase delle ristampe (anch’esse con inediti) già pubblicate dagli amici olandesi di alcuni dischi solisti (“Beautiful Ammunition” e “Cinematic”) di cui in questi anni, specie in Italia, si erano quasi perse le tracce.
E’ un altro tassello, dunque, di una storia artistica straordinaria che merita ancora una volta attenzione e passione e che si aggiunge alla fase delle ristampe (anch’esse con inediti) già pubblicate dagli amici olandesi di alcuni dischi solisti (“Beautiful Ammunition” e “Cinematic”) di cui in questi anni, specie in Italia, si erano quasi perse le tracce.