L’esibizione italiana in due date.Qualche delusione.

 

A Bologna lunedì scorso, per l’esordio italiano dei Depeche Mode. Dopo la recente trionfale tournèe in Germania, due erano state le date fissate in Italia, in marzo: il 5 a Bologna, il 6 a Milano. Al teatro Tenda di Bologna alle 19 c’è già folla. Dopo vari posti di blocco riesco ad arrivare nel recinto del servizio d’ordine. La tenda, a vista d’occhio, mostra una capienza di seimila posti. Tanti presenti, persona più persona meno, pochi minuti prima che lo spettacolo cominci.

Alle 21.33 le luci si spengono. Un boato accompagna le note introduttive di “Everything counts”. Il concerto ha inizio. Alan Wilder, David Gahan, Andrew Fletcher alle prese con le loro tastiere. Martin Gore è il “front man”: la voce dei Depeche.

Le composizioni si susseguono: “Told you so”, “And then”, “See you”, “Photographic”, “Love in itself”, “More than a party” . Nonostante il continuo incitamento del pubblico, avverto difetti di base. I suoni impeccabili ricordano perfettamente il lavoro di studio, la bravura del singer Martin Gore. Le basi preregistrate anticipano ogni esecuzione.

La mancanza di atmosfera esterna, in ogni brano, sminuisce ogni sogno o ricordo che attribuivo alle loro canzoni. La totale calma e la compostezza degli altri tre, dietro le tastiere, insospettisce: nessuno per tutto il concerto vedrà muovere le dita sui propri strumenti ad Alan, David e Andrew.

Lo spettacolo è scivolato via per un’ora. Il momento più intimo è stato “And then …”, ballata elettronica tratta da “Construction time again” pubblicato lo scorso autunno. Dopo la rituale richiesta di bis, i Depeche Mode escono. La terza uscita uscita dei Depeche riserva un piccolo giallo: durante l’esecuzione di “Just can’t get enough” un’improvvisa interruzione per mancanza di energia elettrica.

Leggera disapprovazione del pubblico e primo annuncio: il concerto non può proseguire perché un cavo generale passante tra il pubblico e collegato al mixer è nettamente tranciato. Il secondo annuncio placa gli animi eccitati: il problema tecnico è risolto. Il concerto, dopo le scuse dei Depeche Mode, riprende con altri due brani. Con il replay di “Just can’t get enough” il quartetto porta a termine il concerto con la quasi totale approvazione di un pubblico divertito e soddisfatto.

Marcello Nitti © Geophonìe