© “Cruelty Without Beauty”, Coocking Vinyl, Spin Art Records, 2002

Stavolta al Vox Club, tempio emiliano della musica di qualità, non si registra il tutto esaurito cui si è appena assistito per la tre giorni di concerti di Carmen Consoli. I tempi cambiano, si sa. Ma c’è pur sempre un bel pubblico, che attende con serenità l’inizio di un concerto sicuramente molto raro e inusuale e che vale sempre la pena di vedere. Non si sa bene che tipo di spettacolo portino oggi i Soft Cell sul palco e nemmeno il perché di questo mini tour. Forse è solo un consolatorio revival, o forse è un preludio alla pubblicazione di qualche nuovo lavoro.

Rimane però la curiosità di vedere che fine hanno fatto due dei più grandi e affidabili compositori degli anni ’80, e cosa abbiano in mente oggi.  Lo stupore è grande non appena Marc Aldmond apre il concerto con “Memorabilia”, il primo brano del gruppo. Dave Ball è immobile dietro tastiere, sintetizzatori e batterie elettroniche; Marc è al centro del palco, felice, rassicurante e radioso, mentre canta e balla esattamente come vent’anni fa. Vestito di nero, magrissimo, si esprime subito senza ostentazione, senza forzature, in modo naturale e inesorabilmente contagioso. Il brano è un tripudio di elettropop della prima maniera. Era il 1981, l’anno dei Soft Cell. Con un EP autofinanziato intitolato “Mutant Moments”, venduto porta a porta nei negozi dagli stessi Marc e Dave, i Soft Cell attirarono l’attenzione dell’etichetta Some Bizarre che produsse il primo singolo, “Memorabilia”. Il brano veniva suonato dappertutto. Fu il successo negli ambienti underground, la nascita  della “new wave”.

Il concerto di oggi va avanti sulla stessa frequenza: si procede con “Monoculture” e “Le Grand Guignol”, tratti questa volta dal loro ultimo lavoro (Cruelty Without Beauty, 2002), poi a seguire con i vari “Divided Soul”, “Baby Doll” della vecchia produzione, e poi di nuovo con i brani recenti, “Last Chance”, “The Night”, “Together Alone”.

L’alternanza tra il vecchio e il nuovo dimostra la continuità del gruppo nella propria visione musicale ed è proprio questo ciò che stupisce di più: quando due artisti suonano con tanta serenità e allegria, senza cambiare una virgola negli arrangiamenti, nel metodo, nella scenografia, dimostrano quanto sia genuina la propria ispirazione. Non sentono alcun bisogno di adeguarsi alle mode e alle nuove sonorità, cosa che accade quando ciò che si rappresenta sul palco risponde al proprio più intimo sentire.
Marc e Dave confermano il proprio approccio compositivo elaborando le visioni musicali odierne e suonando esattamente come vent’anni fa, come se il tempo non fosse trascorso, e il bello sta proprio nel vedere che non mostrano alcun imbarazzo per questo. Anzi, la loro arte si esprime in un modo così naturale che persino un pubblico di vent’anni dopo percepisce questa sicurezza artistica e si abbandona a uno spettacolo genuino e assolutamente artistico, scrollandosi così il dubbio e il timore di ritrovarsi in una sorta di svago autorizzato o in un’area di parcheggio consolatoria.

02.Soft Cell (19.02.2003, Nonantola (MO), Vox Club)Non è un concerto per reduci e nostalgici, e neppure un meeting rivendicativo di un’identità artistica dimenticata. Si assiste a un concerto che è un evento di pura pop-art, tanto da non accorgersi di essere al centro di un party gay, animato dalla sola sicurezza propositiva di Marc e Dave e dalla condivisione del pubblico. Si procede con “Youth”, poi con “Soul Inside” in cui Marc Aldmond si lancia nelle sue vocalità chiare e potenti e trasforma definitivamente lo show in una performance techno-dance talmente autentica e originale da impedire a chiunque di definirla retrò. “Torch”, “Bedsitter”, “Falling Apart” raccolgono il giusto e doveroso tripudio di un pubblico attento e affezionato verso i creatori di un genere musicale, i portatori di un’idea originaria che non deve fare i conti col tempo.

La chiusura, con “Insicure Me”, “Tainted Love” e “Say Hello Wave Goodbye” lascia un solo rimpianto: quello di non aver potuto prolungare la festa, ascoltando dal vivo qualche altra perla di un piccolo grande gruppo che si riconferma unico al mondo.

Set List: 1) Memorabilia 2) Monoculture 3) Le Grand Guignol 4) Divided Soul 5) Baby Doll 6) Last Chance 7) Barriers 8) Youth 9) Loving U 10)Mr. Self 11) Together Alone 12) The Night 13) Soul Inside 14) Toech 15) Bedsitter 16) Falling Apart 17) Insecure Me 18) Tainted Love 19) Say Hello Wave Goodbye.

Giuseppe Basile © Geophonìe