03.05.1983, Corriere Del Giorno

 

Caro Johnson

E’ uscito “Perfect” con un’armonica in bella evidenza

Caro Matt Johnson, hai soltanto ventun anni e già occupi una comoda poltrona in questa caotica “new wave”. E sì, signori, il buon Matt ( o “The The”, se preferite), ha trovato la formula del successo immediato con l’impiego del minimo sforzo. Anche per lui è stato utile fare la conoscenza di Stevo, boss dell’etichetta “Some Bizarre”, il quale in soli sei mesi gli ha fatto pubblicare due singoli di una bellezza rara.

Tuttavia Matt aveva già proposto alcune sue composizioni, che non erano andate al di là dell’ascolto critico da parte degli addetti ai lavori. I risultati non erano stati assai soddisfacenti, e quindi Matt pensò bene di introdursi più saggiamente nella giungla discografica.

Stevo lo affidò alle cure dell’entourage dei Soft Cell (dei quali avremo modo di parlare), produttori e ingegneri, e fu così che andò in gestazione l’esordio di “Uncertain smile”, primo capolavoro di Matt Johnson. Il brano, pubblicato come E.P. e come 45 giri, era permeato da un incedere così caldo e pulito che fu subito un successo; grazie anche a un preciso ritmo che ne ha fatto poi un inno da discoteca.

La sorpresa in “Uncertain smile” veniva soprattutto dall’uso dello xilofono che, quasi in primo piano, dava una ventata di novità alla composizione, esaltata inoltre dalla giusta e riposante voce di Matt che andava a fondersi incantevolmente con l’insieme.

Come dicevo, i singoli erano due e ripetere il successo del primo appariva arduo. Tuttavia a febbraio è uscito “Perfect”, dove abbiamo trovato in bella evidenza l’armonica suonata da David Johansonn (ex “New York Dolls”) e quasi tutti gli ingredienti del trascorso “Uncertain smile”.

“Perfect” si pone indiscutibilmente come brano di successo, raffinato e, oserei dire, di lusso.

“The The” è diventato una realtà: molti lo imitano, mentre noi aspettiamo un album intero da ascoltare sotto il prossimo sole.

Marcello Nitti © Geophonìe